IL PROFUMO DEI TULIPANI, Castelvecchi 2022

Nel 1656 vive ad Amsterdam un giovane olandese, Art Gerritzen. È figlio di Joost, maestro d’ascia di professione, calvinista di fede, vedovo di una donna morta tra le sue braccia pochi giorni dopo aver partorito suo figlio – Art appunto - quattordici anni prima. Il dolore della perdita è pari all'angoscia che lo attanaglia: e se non fosse una predestinata? Che Dio è un Dio che non salva tutti? Ha un guizzo: se l'anima muore col corpo, non c'è Giudizio e, quindi, neppure Condanna eterna. Un'illusione che non lenisce il dolore né mette fine alle sue sempre più gravi follie (tra cui procurare cadaveri agli anatomisti perché dimostrino, appunto, che l'anima, se c'è, muore col corpo). Per salvarlo da un’accusa di eresia, Art tenta di dimostrargli che la loro è la vera dottrina e che l’anima è immortale. Avvengono così, in un’Amsterdam dorata ma dal delicato equilibrio politico e religioso, importanti incontri e fondamentali esperienze per un ragazzo intelligente e dalla fede salda: Spinoza, Van den Enden, Adam Boreel e altri (ora inventati, ora realmente vissuti). Da ognuno impara qualcosa (di scienza, di politica, di religione, di vita), apprendendo l’esistenza di uomini straordinari, martiri del libero pensare, quali Giordano Bruno e Michele Serveto. La ricerca della Verità è, così, un viaggio che porta Art a sperimentare i limiti angusti delle confessioni religiose, quando si incagliano nell’intolleranza, il dogmatismo e l’ipocrisia. Ciò che trova non è la Verità, ma la sua forza unificante: la Verità o è Una o non è. A questo punto è pronto per l’incontro più importante della sua vita, quello col dottor Pibechio Necrolius, medico alchimista, seguace di Paracelso e di Jan Baptiste van Helmont, che lo inizierà all’Ars Regia e alla libertà.

dedicato a al-Hallaj e a tutti i perseguitati di ogni fede, pensiero, nazionalità 

Come un salmone nato fra i sassi di un limpido torrente, ho raggiunto il salato mare che mi ha nutrito e cresciuto, per risalire poi la corrente e tornare, con sforzo tenace, nelle acque dolci dove sono nato. L'olfatto mi ha guidato. È così che sono accadute le cose; è così che sono avvenuti gli incontri. Annusando.

"L'indignazione è una cosa sana, la rabbia no. Non sei più un bambino a cui propinare brodaglie e non sei ancora un uomo capace di masticare pietre. Molti esseri umani non crescono mai, tenuti al giogo della religione come bestie da tiro, minacciati da incubi infernali e costretti a ritenersi poco più che vermi indegni della grazia di Dio; alcuni però riescono a emanciparsi e imparano a mangiare da soli, secondo i propri gusti e capacità: non esiste un'unica Chiesa e tutte le religioni contengono rivelazioni che sono parte dell'unica verità. Gesù ha insegnato l'amore e la mitezza, la tolleranza e il rispetto. Non ha giudicato nessuno, non ha escluso nessuno ed è morto per tutti. Sono tanti i volti della verità e sono tante le confessioni, ma c'è una sola verità e un solo cristianesimo. Quando saremo cresciuti abbastanza, la verità si manifesterà a noi compiutamente e sapremo finalmente essere veri cristiani". Inutile dire che le parole di Boreel mi avvolsero come un balsamo profumato, dissolvendo la rabbia e mutandola in un sentimento più profondo, quella sana indignazione che desta la volontà a imprese giuste e sacre, anche a costo della vita.

 

Dietro quelle ermetiche parole si celava un oracolo su cui devo tacere. Il resto appartiene al mondo dei sensi, delle ombre, dei sogni. Con quell'oracolo nel cuore e una pomambra in mano, iniziò per me un nuovo capitolo del libro della vita. Quando, poco dopo, seppi che la pomambra è un bezoar del capodoglio, ebbi la geomantica certezza che ogni mio passo era stato guidato dal destino... La libertà non è l'inizio della vita, ma una sua meta. Pedetemptim. Passo passo. 

 

Quando un granchio raggiunge una certa dimensione, smette di mangiare per un paio di giorni: il suo carapace di materia calcarea si scioglie e va verso lo stomaco, formando gli occhi (oculi cancrorum), minuscoli sassolini a forma di lente. Poi il granchio torna a mangiare, di nuovo smette, il calcare diluisce verso l'esterno a formare un più grande carapace. Ecco: dal rigor mortis la vita riprende a fluire.

 

A ogni modo, ricordo le ore passate insieme a Sir Browne con immenso piacere e un po’ di nostalgia: ci siamo divertiti a inventare i più bizzarri neologismi, coltivando la filosofia di Hermes a dispetto del riso di Scuole imbalsamate. La sua autobiografia, scritta come esercizio privato e non come disquisizione per uso altrui, è passata tra le mani dei suoi amici, tra cui io, prima di essere pubblicata. Sorvolo, per non annoiarvi, sulle penose vicissitudini editoriali; nonostante i soliti pedanti, fu un successo. So che qualcuno sta pensando a una traduzione olandese – io stesso me ne occuperei, se non fossi oberato di lavoro – ma chissà. E come dimenticare Arthur! Sì, anche lui frequentava Norwich... Arthur Dee, figlio del leggendario John: fu lui a iniziarlo alle scienze ermetiche, facendolo anche assistere a occulte evocazioni angeliche. Purtroppo, ha raggiunto l’ultima mutatio qualche anno fa, a Norwich: non dubito che i due amici abbiano goduto della reciproca compagnia e sapienza.

 

 

Con riconoscenza anche maggiore e profondissimo rispetto ebbi la tenace sorte, durante uno dei miei molti soggiorni nella bellissima Inghilterra, di fare la conoscenza di Isaac Newton, la cui fama si era già meritatamente diffusa oltre i confini britannici a testimonianza di quanto l'aria, se non imbrigliata e compressa ma libera di circolare, affraterni gli uomini a dispetto delle opinioni, idee, ideali e credenze di ognuno. Auguriamoci che, in un futuro non lontano, non ci sia bisogno di un Fumifugium per cercare di limitare gli effetti inquinanti del progresso: possa l'aria restare sempre dominio di se stessa, libera, pura e unificante.

Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo (1668, Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo)

 

La genesi del libro trae dal mio amore per il pittore Rembrandt. Nell'approfondire lo studio di alcuni dipinti, mi sono trovata di fronte a diversi temi di forte interesse, tra i quali il rapporto del pittore con la fiorente comunità ebraica di Amsterdam (lo stesso Rembrandt visse per un certo periodo nel quartiere ebraico, il Vlooienburg). La città, che a metà del XVII secolo viveva il cosiddetto secolo d'oro, si trovava in un delicato equilibrio politico e religioso, con una prevalenza di cristiani di confessione calvinista, una presenza consistente di ebrei spagnoli e portoghesi (gli anusim, emigrati dai paesi d'origine per motivi di intolleranza religiosa, cui si aggiunsero presto gli ebrei  dell'est - tedeschi, polacchi e lituani - più poveri ma più fedeli alle tradizioni giudaiche, non essendo stati costretti come gli anusim a convertirsi al Cristianesimo), una minoranza cattolica e un numero imprecisato di liberi credenti, ispirati da una fede contraria a qualunque dogmatismo e vissuta secondo i principi della propria luce interiore. Stimolata da uno scenario così complesso, arricchito dall'innegabile bellezza di una città che, per speciale vocazione, attirava a sé floridi commerci e gente da ogni dove, in cui vivevano pensatori del calibro di Baruch Spinoza, mi è venuta voglia di scrivere una storia nella quale tali e tanti elementi (storici, religiosi, filosofici, artistici...) confluissero in una forma viva e illuminativa. Mi è venuto incontro, per primo, Art, un giovane dalla fede salda e l'intelligenza acuta, il cui senso del dovere si svilupperà, di esperienza in esperienza, in un più profondo senso della verità, da cui trarrà l'impulso più importante, quello alla libertà. Intorno ad Art, personaggi realmente esistiti (Van den Enden, Spinoza, Boreel, lo stesso Rembrandt, se pur in maniera enigmatica) si intrecciano ad altri 'inventati' (nel senso di trovati, incontrati nel mundus imaginalis, e dunque realissimi nella loro realtà sovrasensibile: il pastore Jannsen, il libraio Joris, il dottor Musculus, il dottor Pibechio...):

In quel groviglio puzzolente di viuzze e canali che è Amsterdam - con il suo odore acre di legno marcio e salsedine, acque di scolo e di sentina, resti di pesce in marcescenza e carcasse di animali, letame e urina, sego e concia, muffa e umido, aceto e robbia, catrame e cordame - avevo continuamente davanti agli occhi e fin nei meati delle orecchie il ticchettio incessante degli orologi sulle torri, i carillon, lo sciabordio dell'acqua sotto i ponti, le campane che scandiscono le ore e le mezz'ore, le voci dei mercanti al mercato e quelle dei rimorchiatori con le alzaie e le pertiche, i rumori assordanti delle fonderie e delle segherie, dei magli e delle raspe, i carri e le carrozze, il tramenio di gente, la Babele di lingue e la più sterminata varietà di tulipani umani dai colori improbabili, gli odori variegati e le screziature bizzarre; gente elegante, straccioni, marinai, dotti, giullari, prostitute, garzoni, mercanti, predicatori, banchieri, servi e persino uno schiavo dalla pelle scura, giunto direttamente da non so dove insieme a oro, zucchero e tabacco; poveri, benestanti, ricchi, ricchissimi; credenti fervidi, tiepidi, freddi; persino miscredenti e cosiddetti atei.   

Troveremo Art, ormai vecchio, a scrivere le memorie di quel fatidico 1656, ricordando gli incontri determinanti, le letture illuminanti e tutto ciò che lo ha portato a essere quello che è: un uomo libero.   

 

              

Rembrandt, Filosofo nello studio, acquaforte (1652 circa)

 

Rembrandt, Alessandro Magno (1655, Museu Calouste Gulbenkian di Lisbona)

 

Rembrandt, Filosofo in meditazione (1632, Museo del Louvre di Parigi)

 



Presentazione de IL PROFUMO DEI TULIPANI presso TRAMA,  via Mazzini 44, Torino h.18 (28 aprile 2023)